No, grazie ! Probabilmente anche voi siete stati insigniti con l'ambito riconoscimento Ercole d'oro, o Mercurio d'oro, o altri prestigiosi premi. L'avete notato ?..... stranamente TUTTI sono vincolati a ingenti spese di rappresentanza, tasse per stampa di diplomi o pergamente, piu' o meno velati interessi politici,inviti a pagamento in super hotels per serate d'onore e festeggiamenti vari. Eppure sono sempre piu' numerosi i polli disposti a pagare cifre anche rilevanti per avere appeso al muro un attestato senza valore, un solletico al proprio io. Evidentemente l'industria dell'adulazione rende sempre in questa societa' dell'immagine che nonostante viviamo nel 2009 vuole farci ritornare al medioevo. (Astrologi, Wanne Marchi, esperti lottologi, guaritori, reali decaduti, ciarlatani , imbonitori, sensitivi....). Del resto lo stesso Toto' ovvero "principe de Curtis" nobile non lo e' stato mai perche' lusingato e truffato da un venditore di articoli araldici che gli ha spillato un capitale sfruttando la sua ingenua fame di nobilta'(** vedi articolo in calce). A voi non e' mai venuto qualche dubbio sull'imparzialita' e sulla correttezza di questi e di molti altri altri "premi" (nobel, oscar, festival , premi letterari ed artistici, premio Grinzane, cavalierati e commende.... e via premiando)? A me si. Quindi sono spiacente ma nonostante i pressanti "disinteressati" inviti continuero' a declinare la candidatura. Grazie lo stesso! |
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(**) Achille della Ragione Napoli - Negli ultimi tempi le pagine dei quotidiani napoletani
si sono infittite di altalenanti notizie sulla casa natale di Totò
che cambiava proprietario, mettendo a repentaglio il destino di due
anziani coniugi ultraottuagenari, da decenni custodi fedeli ed a richiesta
dispensatori di memorie sui primi vagiti ed i primissimi anni dell'immortale
attore. Si sono susseguiti innumerevoli colpi di scena, quali la scoperta
anagrafica, ottenuta compulsando antichi archivi, che l'abitazione oggetto
della diatriba, sita in via Santa Maria Antesecula 109 nel popolare
rione Sanità, non era forse il vero luogo di nascita del principe
della risata, bensì l'evento sarebbe avvenuto nel palazzo adiacente,
oppure che i nuovi proprietari, dopo un sogno premonitore, erano intenzionati
a farne un Vittoriale di rimembranze. Tanto casino sui giornali ha dato
come sempre l'occasione alle autorità politiche di occupare la
scena, imponendo tardivi vincoli di destinazione alla povera casetta
o blaterando vanamente sull'imminente apertura del museo dedicato ad
Antonio De Curtis nello storico palazzo dello Spagnolo. Apertura della
quale da anni si parla come prossima in comunicati stampa diramati a
gara ad ogni ricorrenza dal Comune e dalla Regione, ridondanti di paroloni,
ma vuoti come consuetudine di pragmatismo. A tal proposito abbiamo voluto
sapere come realmente sta la situazione dalla viva voce della figlia
dell'artista, la quale ci ha concesso un'intervista: "E' tutta
colpa di un cesso", così ha esordito la signora Liliana
in un romanesco stretto e cacofonico lontano mille miglia dalle sonorità
onomatopeiche del nostro vernacolo. "Un cesso?" "Certo,
il museo si trova agli ultimi piani del palazzo ed è perciò
necessario un ascensore; a tale scopo ne ho fatto approntare la tromba
già da tempo, ma mentre i mesi e gli anni passano per le lungaggini
burocratiche un inquilino del palazzo ha deciso di costruirvi abusivamente
all'interno un cesso. Cose che capitano solo a Napoli" "E'
fiduciosa nell' inaugurazione autunnale?" "Lo spero con i
dovuti scongiuri e quando aprirà io sarò in prima fila
nell'organizzazione con seminari, dibattiti ed incontri con i giovani.
Sarà un museo molto vivo e Totò sarà contento"
"Si riuscirà a riempire tutti i locali?" "Certamente
c'è molto materiale, sarà anche ricostruita la stanza
dove nacque mio padre". Da parte nostra speriamo che a ciò
che metterà a disposizione la signora De Curtis, si riuscirà
ad aggiungere il contenuto di quel famoso baule , oggi proprietà
del figlio di un cugino dell' attore, da poco scomparso, un certo Federico
Clemente. Il baule, conservato a Pollenatrocchia è ritenuto poco
meno di un reliquario, infatti la richiesta del proprietario è
di 800 milioni delle vecchie lire, una cifra cospicua per la quale bisogna
sperare nell'intervento delle Istituzioni. Quando tutto sarà
pronto il museo costituirà un'attrazione molto forte per i napoletani
e per i forestieri,per cui si tratterà pur sempre di un buon
investimento. Questi episodi di attualità invitano a parlare
di nuovo di Totò, una figura ormai entrata di diritto nella leggenda,
ma dopo i fiumi d'inchiostro versati sull'argomento in decine di libri
che hanno saturato da tempo le scansie delle librerie degli appassionati,
non è lecito scriverne ancora se non si è in grado di
aggiungere qualche novità. Ed è quello che ci proponiamo
di fare grazie all'amicizia che nutriamo da anni con un cugino dell'indimenticabile
attore: il maestro Federico De Curtis. Egli con squisita gentilezza
ci ha fornito una serie di notizie che, integrate da alcune ricerche
genealogiche, ci permette oggi di escludere categoricamente la nobiltà
tanto agognata da Totò, perché lo riscattava da un triste
passato di figlio di N.N. Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Commneno
Porfirogenito Gagliardi de Curtis di Bisanzio, Altezza imperiale, conte
palatino, cavaliere del Sacro Romano Impero, esarca di Ravenna, duca
di Macedonia e d'Illiria, principe di Costantinopoli, di Cilicia, di
Tessaglia, di Ponto, di Moldavia, di Dardania, del Peloponneso, conte
e duca di Drivasto e di Durazzo, così amava definirsi il grande
Totò, il quale pur di fregiarsi di questi altisonanti titoli
nobiliari spese una fortuna, ma senza rimpianti. Questa sfilza di titoli,
a cui tanto teneva il principe del sorriso non furono altro che il frutto
di un raggiro ad opera di un tal Pellicani, esperto di araldica oggi
ottantenne ma ancora attivo con studio a Roma e a Milano. Il primo a
sentire puzza di bruciato e odore di truffa fu Indro Montanelli e lo
esplicitò in un suo articolo, ma all'epoca non vi erano le prove
inoppugnabili dello scartiloffio. Oggi viceversa sono disponibili due
ben distinti alberi genealogici, uno di Totò e della sua famiglia
e l'altro di un tal Camillo de Curtis, un gentiluomo di settantanove
anni, da anni residente a Caracas, legittimo erede dei pomposi titoli
nobiliari, assunti in epoca remota da un suo avo tale Gaspare de Curtis.
Il Pellicani, che tra l'altro, come ci ha assicurato il colonnello Bellati,
è stato per un periodo ospite dello Stato
creò, secondo
quanto riferitoci dal tenore De Curtis, che da decenni s'interessa alla
vicenda, documenti dubbi, quali una sentenza del Tribunale di Avezzano
emessa nel 1914, pochi mesi prima che un cataclisma devastasse la città,
distruggendo la cittadella giudiziaria ed altre due sentenze, l'una
del 1945, l'altra del 1946, del Tribunale di Napoli, oggi conservate
all'Archivio di Stato, completamente diverse nella grafia da tutte le
altre carte contenute nel faldone ed inoltre pare combinò artatamente
le due discendenze carpendo l'ingenuità del grande artista che,
una volta riconosciuta la sua preclara discendenza, fino alla morte
amò distinguere la maschera, irriverente scoppiettante e canzonatoria,
dal Nobile, gentile, educato e distaccato dagli eventi e dalle passioni.
Pubblichiamo per la prima volta questi due alberi genealogici, uno dei
quali indagato fino al 1750 e dal loro esame è incontrovertibile
che il marchese Camillo de Curtis appartiene ad una diversa schiatta.
Ciò che abbiamo riferito sulla base delle confidenze del maestro
Federico, non sposta naturalmente una virgola nella straripante venerazione
con cui legioni di estimatori ricordano il grande, inimitabile, immortale
artista e tra questi ai primi posti, teniamo a precisare a scanso di
equivoci, sta il sottoscritto, il quale ha rivisto ogni film di Totò
non meno di quaranta cinquanta volte ed è in grado di ripeterne
a memoria qualsiasi battuta, tutte le poesie e tutte le canzoni. Ma
a proposito di canzoni, trovandoci, vogliamo rendere pubbliche altre
confidenze forniteci gentilmente dal parente dell'attore, cugino di
secondo grado, il quale, a riguardo dell'indimenticabile canzone "Malafemmina"
tiene a precisare che la stessa fu dedicata alla moglie Diana, ancora
oggi vivente e non a Silvana Pampanini, che l'idea della melodia Totò
la prese da una analoga canzone dello zio, padre del maestro Federico,
ed infine che a ritoccare musica e parole misero mano il maestro Bonagura
e Giacomo Rondinella. E per terminare anche la famosa "Livella"si
mormora fosse stata corretta
da Mario Stefanile. Concludiamo un
articolo, apparentemente denigratorio, ma rispettoso della verità
storica con un inno all'arte di Totò, sublime nel senso più
puro, come inteso da Nietzsche, infatti il grande pensatore tedesco
riteneva che il sublime si raggiungesse soltanto quando la comicità
della commedia si congiungeva al dramma della tragedia. E siamo inoltre
certi che Totò dalla tomba se leggesse ciò che abbiamo
scritto saprebbe commentare le nostre parole, se non con un pernacchio,
almeno con un perentorio:"Ma ci facciano il piacere." |
A proposito di maghi (maghi: una tentazione da vincere)
di Laura de Laurentiis
Consulenza del professor Giovanni Panunzio
fondatore e coordinatore nazionale del Telefono Antiplagio
(da Vivere Sani & Belli del 12/12/03)
Ventiduemila: tanti sono in Italia i maghi e gli astrologi. Il 41% è concentrato al nord, il 31% al centro, il 28% al sud e nelle isole. Il giro daffari che producono ogni anno è stimato intorno ai 5 miliardi di euro. Cinque cittadini ogni 100 sporgono denuncia contro un ciarlatano, per paura di ricatti e ritorsioni. Questi sono i dati del rapporto annuale del telefono Antiplagio, un'associazione di volontari nata nel 1994 per difendere le vittime di ciarlatani e santoni e per combattere eventuali abusi dei mass media nei confronti dei minori. Il 75% delle segnalazioni raccolte dal Telefono Antiplagio riguarda maghi e operatori dellocculto che non si pubblicizzano in alcun modo e che si stima siano circa 15 mila, mentre sono circa settemila i ciarlatani che usano Internet. Ciascuno di loro specula sullinfelicità, la solitudine, le disgrazie, sfruttando la disperazione, lignoranza, la credulità della gente. Il mezzo migliore per porre fine a questo inquietante mercato è quello di non ricorrervi mai, in nessun caso, per nessun motivo. Se non cè domanda, infatti, lofferta automaticamente è destinata a estinguersi.
CREDULITA': LA BASE DEL BUSINESS
Da sempre nelluomo è insito sia il desiderio di modificare gli eventi
non già attraverso limpegno personale e la volontà, unici strumenti
di cui realmente si dispone per indirizzare il destino, sia la voglia di conoscere
il futuro. Non è da oggi per la notizia dellinesistenza di forze misteriose
in grado di intervenire sulle vite umane, mutandone il corso. Sarebbe dunque
ipocrita non sottolineare che chi ancora si rivolge ai maghi e ai cartomanti,
agisce per ignoranza, lì dove per ignoranza sintende il non conoscere
loggettività dei fatti. Dai maghi vanno dunque i creduloni e il business
dei ciarlatani pu fallire solo nel momento in cui nessuno crederà più
in loro. E un po come il mercato della droga: nel momento in cui nessuno più
dovesse acquistarla gli spacciatori rimarrebbero disoccupati.
LA CURIOSITA' E LA VOGLIA DI MAGIA
Il giro daffari di maghi e cartomanti non si regge solo sullignoranza, ma
si sostenta anche grazie alla curiosità o al desiderio di provare unesperienza
nuova. Una grossa percentuale di persone, pur non credendo affatto che qualcuno
possa avere poteri divinatori, cede alla tentazione di consultarne almeno
uno almeno una volta nella vita, tanto per vedere che cosa succede. Ma lo
sfizio è comunque a pagamento e va a incrementare ulteriormente il
già ricco portafoglio dei ciarlatani. Meglio dunque evitare. Cè
poi una piccola percentuale di persone che pur essendo scettica ha comunque
talmente voglia di magia da recarsi dal mago con il motto Non è vero
ma non si sa mai.
IDENTIKIT DI CHI CI VA
In generale, le persone che si rivolgono abitualmente ai maghi hanno caratteristiche
ben precise, sia psichiche che relative alla condizione esistenziale. Vediamole.
Labilità emotiva dovuta a una situazione oggettivamente drammatica,
come pu essere la malattia di una persona cara, il tradimento del coniuge,
lincertezza per il futuro, dovuta a unimprovvisa crisi economica. Condizioni
di salute precarie, dovute a una malattia invalidante o incurabile: in questo
caso il mago rappresenta proprio unultima spiaggia, una zattera a cui aggrapparsi
per nonché non cè altra via duscita. Insicurezza e scarsa autostima,
da cui nasce la convinzione di non possedere strumenti appropriati per gestire
la propria vita. Da qui lidea che sia possibile affidare alla magia, che non
esiste, la soluzione dei propri problemi. Mancanza di amicizie, vita di relazione
insoddisfacente, assenza di persone con cui confidarsi, esperienze molto dolorose
alle spalle. Di solito a questa destabilizzante condizione si associa uno
scarso livello culturale.
MEGLIO LO PSICOLOGO
Oltre allignoranza, è la labilità emotiva a suggerire di rivolgersi
a un mago. Bisognerebbe riuscire a prendere coscienza di trovarsi eventualmente
in questa particolare condizione psicologica, per fronteggiarla in un modo
più ragionevole. Buon senso vuole che quando ci si sente troppo infelici
per una qualsiasi ragione, sia opportuno consultare uno psicologo anziché
un mago. Se invece ci si reca dal ciarlatano non già con lillusione
di mettere una pezza su un amore finito male o per risolvere problemi di lavoro,
ma nella speranza (vana) di farsi suggerire numeri vincenti o di avere anticipazioni
sul proprio futuro conviene avere almeno la consapevolezza che si sta scegliendo
una strada costruita sulla menzogna e pensata per i creduloni.
PRIMA DI ANDARCI PENSA CHE...
La tentazione di rivolgersi a un mago o a un cartomante si pu vincere semplicemente
ponendosi tre domande chiave, e poi dandovi una risposta che deve essere guidata
dal buon senso. Eccole:
1) Ha senso credere a qualcosa che il mondo scientifico non riconosce e la
legge condanna?
2) Come mai i maghi che pur millantano miracoli non sono al centro dellattenzione
del mondo intero?
3) Perché i maghi pur avendo tutti i poteri di cui si vantano continuano
a farsi pagare? Non dovrebbero avere talmente tanto denaro da essere gli uomini
più ricchi del mondo?
FACCIAMO UNA LETTURA CRITICA
Il miglior modo per difendersi dai maghi è quello di non finire nella
loro rete. Non bisogna ricorrervi insomma, anche ricordando che nel momento
in cui ci si rivolge a loro se ne diventa in un certo senso complici. Come
dissuadere se stessi dalla cattiva idea di andare da un ciarlatano? Compiendo
alcuni semplici ragionamenti, dettati dalla logica. Eccoli:
LOTTO & CO
I maghi vendono a caro prezzo numeri vincenti del lotto. Non si capisce come
mai non se li giochino da sé, vista la sicurezza con cui affermano,
estrazione dopo estrazione, che usciranno. Ovviamente questi numeri puntualmente
non vengono estratti e a questo punto scatta la migliore tra le trovate dei
ciarlatani: i numeri non escono non già perché loro non li hanno
indovinati, quanto piuttosto a causa del malocchio di cui sarebbe vittima
il cliente. I numeri uscirebbero, dicono i maghi, se solo la persona si sottoponesse
a un trattamento anti-jattura, che loro gentilmente mettono a disposizione
a caro prezzo. Un bicchierino di sale, utile per sconfiggere il malocchio,
viene proposto anche a 15mila euro: lo straordinario è che cè
pure chi lo compra.
Rifletti: chi fosse davvero in possesso dellabilità di prevedere ambi,
terne e cinquine non avrebbe bisogno di sfidare la legge ogni giorno, facendo
il mago. Dunque non si deve assolutamente credere che qualcuno possa indicare
numeri vincenti prima che vengano estratti: che accada è assolutamente
impossibile.
TRA UN MESE TI ACCADRA'...
Avendo la faccia tosta di definirsi operatori dellocculto, i maghi non esitano
nemmeno a millantare la capacità di prevedere il futuro. Nelle loro
predizioni stranamente non manca mai limpellente necessità di continuare
a consultarli: Tu troverai lamore della tua vita tra sei mesi. Ma devi stare
attenta a chi ti vuole male. La sua forza avversa potrebbe impedire questincontro
che pure è scritto nelle stelle. Per fare in modo che il tuo felice
destino si compia dovremo incontrarci più volte, pianificando una strategia
che sconfigga le energie negative. E così il mago si assicura la sua
rendita.
Rifletti: il futuro pu essere previsto, peraltro sempre in modo approssimativo,
tenendo conto di fatti oggettivi e sempre basandosi sulle azioni personali
che si compiranno o non si compiranno. Per fare un esempio, è ragionevole
prevedere che uno studente di medicina iscritto allultimo anno di università
diventerà medico, così come si pu ipotizzare che spendendo costantemente
più di quanto si guadagna si rischia di finire nei guai. Non si pu
invece prevedere, in nessun caso, quanto succederà in assenza di unazione
mirata a realizzarlo. E una certezza matematica.
LE POZIONI DEI MIRACOLI
Creme, pomate, gel, beveraggi di ogni genere e tipo fanno spesso da corollario
allopera di persuasione dei maghi. I vari preparati, venduti a peso doro,
assicurano gli effetti più svariati, sempre rigorosamente miracolosi.
Si va dal prodotto che in una settimana dovrebbe consentire un dimagrimento
di dieci e più chili, a quello che assicura seni alti e sodi in un
minuto fino a quello che garantisce il massimo potere di seduzione.
Rifletti: se esistessero prodotti in grado di compiere tutti questi miracoli
se ne parlerebbe ovunque. Il mondo ne sarebbe a conoscenza, ci sarebbero dibattiti,
trasmissioni, convegni e tavole rotonde. Non ci sono preparati dai poteri
straordinari: ci sono solo imbroglioni che li spacciano e persone che ci cascano.
I TALISMANI SCACCIA GUAI
Anche il mercato dei talismani, che allontanano la jella, attirano la fortuna,
procurano principi azzurri, allontanano le malattie, procurano principi azzurri,
assicurano gravidanze e così via, è purtroppo floridissimo.
Pare che addirittura il 15% delle persone in crisi cerchi la soluzione dei
suoi problemi in un talismano.
Rifletti: i guai, grandi o piccoli che siano, fanno parte della vita: non
cè nulla che li possa scongiurare, se si esclude, lì dove è
possibile, limpegno personale. Guidando con prudenza si fa tutto quello che
è possibile per scongiurare incidenti in auto: guidando come pazzi
con un talismano al collo si rischia la vita. E un esempio semplice, ma esplicativo,
che da solo pu bastare a far comprendere che nessun oggetto pu avere effetti
sul destino. Meglio dunque investire il proprio denaro, anziché in
talismani, in qualcosa di divertente e gratificante, come pu essere una cena
al ristorante, uno spettacolo teatrale, un fine settimana al mare.
IDENTIKIT DEL MAGO
I maghi sono ciarlatani, cioè persone che in perfetta malafede truffano
il prossimo speculando sulle disgrazie e sullignoranza che induce a pensare
che limpossibile esista. Alcuni di loro possiedono doti comunque invidiabili:
sono abilissimi nel raccogliere a colpo docchio informazioni sufficienti per
poter stupire il cliente di turno, inducendolo a credere in lui. Per esempio,
un mago perspicace pu raccontare alla persona che ha di fronte per la prima
volta di leggere nelle stelle che il suo problema fondamentale riguarda lamore,
semplicemente osservando che non porta la fede al dito e ha un look trascurato.
Il cliente a questo punto pu rimanere incantato e pensare: Ma come avrà
fatto? Allora è vero che ha dei poteri!. Ma non è di questo
che si tratta: la dote del mago è solo quella di essere un buon osservatore.
Ma cè di più: qualche volta i ciarlatani, più o meno
consapevolmente, assumono il ruolo di psicoterapeuti: puntando sulla solitudine
e sulla disperazione delle persone, dedicano la seduta allascolto dei vari
problemi, rendendosi così indispensabili. Bisogna stare molto attenti
a non cadere in questa trappola che è, se possibile, la più
subdola: vale la pena di ripetere che se si ha bisogno di qualcuno da cui
essere ascoltati è molto meglio ricorrere a uno psicoterapeuta. Laspetto
più inquietante riguarda comunque le ritorsioni, i ricatti morali,
le pressioni psicologiche. Molti maghi, dopo aver acquisito un cliente lo
tengono legato con minacce più o meno velate: se non acquisterai questa
pozione, le disgrazie ti perseguiteranno, se non verrai una volta alla settimana
perderai il lavoro.
COSA DICE LA LEGGE
Secondo larticolo 121, ultimo comma del testo unico delle leggi sulla pubblica
sicurezza, il mestiere di ciarlatano è vietato. Con la dicitura mestiere
di ciarlatano, sintende qualsiasi attività diretta a speculare sulla
credulità altrui oppure a sfruttare o alimentare i pregiudizi. Appartengono
dunque alla categoria dei ciarlatani:
* gli indovini
* gli interpreti dei sogni (esclusi gli psicoanalisti, laureati in medicina
o psicologia e abilitati alla psicoterapia)
* i cartomanti
* i venditori di sortilegi, o di incantesimi o di esorcismi (esclusi i sacerdoti)
* chiunque millanti poteri straordinari o miracolosi o magici.
Esiste dunque una precisa normativa che tutela dai maghi il cittadino sprovveduto,
anche se in Italia fino a poco tempo fa si era affermata la consuetudine di
ignorarla. Ci è voluto il massiccio intervento di Striscia la notizia,
unito allattività del Telefono antiplagio, sia per portare alla ribalta
lenorme giro daffari dei maghi sia per rammentare che il loro mestiere è
fuori legge, come peraltro ribadito dalla Corte di Cassazione nel 1995, in
una sentenza in cui si legge che lattività di mago si inquadra giuridicamente
nel mestiere di ciarlatano, specificatamente vietato.
A CHI RIVOLGERSI
Le vittime dei raggiri dei ciarlatani possono chiedere aiuto al telefono Antiplagio,
telefonando al 338-8385999. I volontari del comitato dopo aver ascoltato il
caso, forniscono consigli sul da farsi, anche di tipo strettamente legale.
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i Raeliani hanno davvero clonato... LA bufalA
Normalmente me ne starei zitto su un caso così delirante come quello
dei
Raeliani, dato che la natura bufalina dell'organizzazione è lampante
(basta vedere come si veste Rael, pare una comparsa da filmetto di fantascienza
di serie B), ma c'è un aspetto insolito della storia che credo meriti
una segnalazione.
Tutta l'attenzione dell'opinione pubblica si è concentrata sull'annuncio
di una presunta clonazione umana (o più di una) da parte di una società
controllata dai Raeliani, che ha giustamente fatto molto scalpore e generato
moltissima pubblicità. Quello che pochi giornalisti hanno avuto l'acume
di approfondire è che lo stesso clamoroso annuncio fu fatto da un altro
gruppo di pseudoscienziati nel 1978. Se ne sono ricordati quei pignoli del
Washington Post http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/articles/A562--33-2002Dec30.html
notando che all'epoca salt fuori, dopo tre mesi di indagini scientifiche,
che era una bufala intentata a scopo pubblicitario (per promuovere un libro).
In altre parole, i Raeliani hanno sicuramente clonato qualcosa: la bufala.
E in tutti i suoi dettagli.
Nel caso del 1978, infatti, il presunto bambino clonato non fu mai presentato
al pubblico, adducendo "il desiderio di proteggerlo da una pubblicità
dannosa", e la cosa finì nel dimenticatoio (a parte un processo
che dur tre anni e si concluse con la conferma della frode). E ora, guarda
un po' che coincidenza, Rael ha dato ordini di non eseguire test del DNA sul
presunto neonato-fotocopia annunciato di recente, allo scopo di "proteggere
le identità dei genitori": http://www.cnn.com/2003/HEALTH/01/03/human.cloning--/index.html
. Suvvia, di cosa ha paura? Che si scopra che tutta la storia è una
bufala, e per di più stantia, costruita (proprio come venticinque anni
fa) per farsi pubblicità? Impossibile: gli alieni sono con lui, e una
razza extraterrestre super-evoluta non affiderebbe mai il proprio Verbo a
un contaballe qualsiasi, no?
Ironia a parte, l'articolo del Washington Post spiega anche alcuni dei problemi
nel verificare l'affermazione dell'avvenuta clonazione. Non basta fare un
prelievo di sangue del bambino e della madre e fare il test del DNA per vedere
se sono identici: esistono infatti "giochi di prestigio" che si
possono fare sia a livello medico (una trasfusione integrale di sangue dalla
madre al neonato, ad esempio, li farebbe sembrare geneticamente identici),
sia a livello più banale con un po' di destrezza nello scambiare le
provette.
Oltretutto il test del DNA è particolarmente sensibile alla contaminazione
incrociata: residui minutissimi di DNA sugli strumenti possono falsare il
test. Una verifica realmente affidabile richiederebbe test multipli, condotti
da più laboratori (e di certo non dai laboratori dei Raeliani, che
sono gli ultimi di cui ci si pu fidare) e soprattutto eseguiti sotto l'occhio
vigile di prestigiatori che possano verificare che nessuno alteri o scambi
il contenuto dei prelievi. Prelievi che per evitare il trucchetto delle trasfusioni
dovrebbero essere campioni di tessuto (facilmente acquisibili dalla bocca,
senza traumi) anziché di sangue.
Un'impresa notevole, dunque, che ho la sensazione che stranamente si
deciderà di non fare adducendo scuse più o meno patetiche, come
quella di Rael quando quelli della CNN gli hanno chiesto via satellite se
si trattava semplicemente di una bella trovata pubblicitaria: "Non sento
bene, l'audio è disturbato".
Non se la caverà così a buon mercato in tribunale: un avvocato
americano, Bernard Siegel, ha infatti chiesto alla magistratura della Florida
che il bambino, se è davvero clonato, venga tolto ai genitori (al genitore?)
e affidato a un tutore meno squinternato e irresponsabile. La richiesta è
naturalmente un modo astuto per mettere alla prova il bluff dei Raeliani.
Proprio come venticinque anni fa.
Paolo Attivissimo Traduttore tecnico, divulgatore informatico
topone@pobox.com http://www.attivissimo.net
(C) 2002-2003 by Paolo Attivissimo (www.attivissimo.net).
Distribuzione non commerciale libera, purche' riporti la presente dicitura.
P.S. L'UNICO CASO AL MONDO DI CLONAZIONE RICONOSCIUTA RIMANE IL GABIBBO www.striscia.org .
I deboli e i furbetti
I deboli in Italia sono usati come cavie.
Quello che di male può succedere, succede prima a loro. Di solito
solo a loro. Sono i porcellini dIndia della nostra società.
I canarini usati in miniera per evitare gli incidenti da grisou. I deboli
vivono vicino agli inceneritori. I deboli sono espropriati dei loro
appartamenti popolari dai delinquenti. I deboli non possono mai permettersi
di violare la legge. I deboli non conoscono gli avvocati. I deboli sono
i primi a essere derubati dal finto esattore del gas. Dallofferta
della finanziaria a rate. Se un delinquente esce grazie allindulto
è certamente un vicino di casa dei deboli. I deboli non possono ammalarsi,
morirebbero. Bevono acqua al cloro, respirano Pm10, hanno il riscaldamento
spento. I deboli sono di solito persone oneste. Rispettano le istituzioni.
Per questo non sono rispettati.
Ogni buona legge ha bisogno di un periodo di sperimentazione. I deboli hanno
questa funzione sociale. E meritoria, e preserva le classi più
abbienti da conseguenze indesiderate. Un taglio alle pensioni, un nuovo
ticket sanitario, la legge Biagi, un indulto produrranno reazioni sociali?
I deboli sono qui per questo. Se loro sopravvivono, allora si può
fare. Ai deboli va la nostra eterna riconoscenza. Ai deboli voglio dedicare
un discorso proto evangelico. Più proto che evangelico.
Il discorso della mezza montagna.
Beati i deboli, perché di essi sono
le periferie.
Beati i deboli, perché saranno consolati da Previti.
Beati i deboli, perché erediteranno i debiti dei genitori.
Beati i deboli che hanno fame e sete della ingiustizia, perché saranno
saziati.
Beati i deboli, perché troveranno il pusher sotto casa.
Beati i deboli, perché vedranno la televisione di Stato.
Beati i deboli, perché saranno chiamati populisti.
Beati i deboli a causa della giustizia, perché di essi è il
regno di Regina Coeli.
Beati voi deboli quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo,
vi diranno demagoghi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra funzione
sociale: quella di prenderlo nel c..o. da una Sonia dei Corbelli qualsiasi
Postato da Beppe Grillo il 23.01.07 19:38
| Muro del pianto |
Mercurio e Ercole d'oro,(*) Giove d'argento, Saturno di latta....
(*) oopss..il link di Ercole d'oro dov'era dettagliata la condanna subita e' stato oscurato. Sulle vicende poco chiare del Mercurio gia' pubblicate da Striscia la notizia staremo a vedere.